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Come tutto iniziava...

La storia geobotanica della castagna europea (Castanea Sativa) inizia già nel Terziario. Reperti pietrificati di pollini e foglie testimoniano la diffusione del frutto in tutta Europa, come al tempo d’oggi, e addirittura fino in Groenlandia. Con i cambiamenti climatici dell’ultima grande era glaciale, 2,6 milioni di anni fa, la diffusione si è spostata verso sud. In Transcaucasia (Armenia, Georgia), intorno al Mar Nero, la castagna ha incontrato le condizioni ideali per sopravvivere all’era glaciale. Antiche documentazioni e tradizioni, intorno al II e III secolo a.C., riferiscono dell’esistenza di noci piatte”, adatte alla coltivazione, nella zona della Lydia (odierna Turchia). Con le campagne militari romane la pianta fu portata dalla Grecia in Italia da dove si diffuse nell’Europa intera.

Immagine: particolare di un libro di medicina medievale (Immagine: dal libro La cultura del castagno in Alto Adige, di Siegfried W. de Rachewiltz) 2000 anni fa.

Già nel primo secolo a.C., Plinio riferì dell’utilizzazione delle castagne. Egli faceva distinzione tra quelle da arrostire e da cuocere, parlò del castagnaccio per la preparazione del pane e dell’utilizzazione del legno di castagno per i pali in viticoltura. Nel I secolo d.C., nella zona di Taranto e di Napoli, si parla di castagne selvatiche utilizzate come mangime per gli animali e di estese coltivazioni di castagni. Nel Sudtirolo il frutto potrebbe esser stato introdotto dai Longobardi, dominatori di questa terra nel V secolo d.C., anche se all’epoca la loro coltivazione potrebbe non aver avuto l’importanza che assunse invece nel XII secolo grazie a Meinrad II. Di quest’epoca esistono documentazioni frequenti di nomi di fondi riconducibili alla castagna. Anche i conventi provvidero alla diffusione di questo frutto. Nel XV secolo, le castagne di Lana e di Tesimo erano piuttosto conosciute in zona per la loro eccellente qualità.
Ad un’ulteriore diffusione provvide anche l’imperatrice Maria Teresa (1717-1780) che in molti luoghi aveva ordinato la piantagione di alberi di castagne. Le piante più antiche ancora viventi in Sudtirolo, potrebbero risalire proprio a quell’epoca.

Immagine: già anticamente la castagna veniva apprezzata per le sue proprietà curative. (dal libro La cultura del castagno in Alto Adige, di Siegfried W. de Rachewiltz)